Oggi in azienda si parla di Diversity Management. Ovvero, quell’insieme di policy volte a valorizzare la diversità degli individui all’interno di un ambiente di lavoro. Un valore etico che in azienda si traduce in un aumento del business e di employer branding.

Cosa significano Diversità e Inclusione?

Con i termini “Diversity & Inclusion” si intende una strategia gestionale adottata dalle aziende che puntano sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle differenze individuali dei dipendenti per massimizzare il singolo potenziale.

Nel mondo aziendale se ne parla da almeno tre decenni, e più precisamente si parla di Diversity management, ossia quell’insieme di policy volte a valorizzare la diversità all’interno di un ambiente di lavoro: di genere, di orientamento sessuale, di origini etniche, di cultura, di abilità fisiche, ecc.

Quindi, quando si parla di inclusione della diversità, non ci si riferisce solo all’attenzione alla presenza femminile (gender balance), e alla disparità salariale tra uomo e donna (gender pay gap), temi molto attuali nel mondo del lavoro in questi ultimi anni.

Perché è importante per le aziende?

Oltre ad essere importanti da un punto di vista etico, l’integrazione e il rispetto delle diversità costituiscono punti di forza anche a livello di business e di employer branding, in quanto migliorano l’immagine dell’azienda all’esterno.
Infatti, in un ambiente in cui tutti si sentono a proprio agio e possono esprimere la propria diversità, le persone sono sottoposte a minor stress e lavorano meglio. Non solo, l’inclusione delle diversity contribuisce all’innovazione e al cambiamento, perché dà modo di sfruttare punti di vista differenti.

La ricerca di Istud Business School e Wise Growth

Secondo un’indagine condotta nel 2018 da Istud Business School e Wise Growth, per il 95% delle aziende esaminate, l’obiettivo prioritario è quello di migliorare il clima aziendale. Nell’84% è quello di promuovere la diversità in tutti i livelli gerarchici e nell’80% attrarre e trattenere una forza lavoro “plurale”. Lo studio ha coinvolto in Italia 55 aziende, tutte di grandi dimensioni (mediamente con  7.400 dipendenti), di cui il 70% sono subsidiary di multinazionali straniere.

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L’indagine di Top Employers Institute

E secondo la ricerca di Top Employers Institute (marzo 2018), le aziende italiane con politiche di inclusione e percorsi di formazione, sono al primo posto in Europa. I dati fotografano una realtà positiva e gratificante, registrando un impegno sempre maggiore da parte delle HR. Ma se si guarda oltre il dato, si nota che l’elemento più significativo è che le assunzioni di personale con esperienze e background svantaggiati rientrano in piani strutturati e definiti di Diversity Management, programmi di Gestione della Diversità, adottati dal 69% delle aziende italiane (media europea 71%).

L’Italia è prima anche per i programmi di formazione dedicati a gruppi specifici di dipendenti, che sono presenti nel 73% delle aziende di casa nostra, a fronte del 69% delle europee.

«In contesti aziendali sempre più complessi non basta più gestire la diversità. Ma occorre creare gruppi di lavoro che la valorizzino per abbattere le barriere che persistono all’interno. Dal nostro osservatorio privilegiato di pratiche HR, notiamo sempre più frequentemente che le iniziative di inclusione sono tematiche molto sentite e condivise. E che spesso danno risultati di coinvolgimento e partecipazione superiori alle aspettative, rivelandosi anche strumenti efficaci per l’engagement dei dipendenti». Lo afferma Michelle Marchi, Research Project Manager di Top Employers Institute.

A confermare questa tendenza, il fatto che tra le varie leve rivolte ai manager aziendali, la più diffusa è quella formativa finalizzata alla sensibilizzazione sulle tematiche di Diversity&Inclusion, con il 73% delle aziende che la include nei programmi di formazione manageriale. Mentre nel 42% dei casi vengono utilizzate quote, target numerici o KPI per accelerare un cambiamento verso un’azienda più inclusiva (Istud Business School).

I temi della Diversity Management più attuali

Nonostante i numerosi e significativi cambiamenti sul tema della gestione della diversità, il principale focus è sulla differenza di genere (82%). Al secondo posto, le iniziative rivolte ai giovani (55%) e a seguire quelle rivolte alle persone disabili (53%). Nonostante il sostanziale invecchiamento della forza lavoro, poca attenzione è rivolta ancora al tema dei lavoratori over 50.

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Se si guarda al futuro, le aziende investiranno maggiormente tema dei rapporti intergenerazionali, accanto anche a un maggiore utilizzo di strumenti di work-life balance.

Al momento, però, le aziende concentrano l’attenzione sulle tematiche che riguardano la popolazione femminile. In particolare su due aspetti cruciali: eliminare il gender pay gap e abbattere il “soffitto di cristallo”, che impedisce alle donne di avanzare di carriera.

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