Smart Work Ability: valutare i punti di forza di chi lavora da remoto

Come programmare al meglio un progetto di smart working in azienda? Ci pensa lo Smart Work Ability Survey! Lo strumento innovativo che Noema HR ha realizzato con la collaborazione scientifica dell’Università la Sapienza di Roma.

I dati crescono, lo smart working è il futuro

Il lavoro agile è una realtà sempre più diffusa nelle aziende italiane. L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano rileva che lo Smart Working è una realtà nel 58% delle grandi imprese e gli smart worker in Italia, nel 2019, hanno raggiunto quota 570mila, crescendo del 20% rispetto al 2018.

Le analisi fanno emergere numerosi e importanti benefici per le organizzazioni che introducono il lavoro da remoto, quali:

  • il miglioramento del work-life balance dei lavoratori;
  • la crescita dell’engagement e della capacità di attrarre talenti;
  • il miglioramento del benessere organizzativo;
  • l’aumento della produttività/qualità del lavoro.

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All’inizio bisogna affrontare diverse problematiche

Nonostante queste importanti considerazioni, ancora nelle aziende, nei manager, ma anche negli stessi worker, possono trovarsi delle resistenze, non palesate ma presenti, all’introduzione di questa nuova modalità di lavoro.

Queste resistenze sono la risposta ai profondi cambiamenti che il remote working richiede agli attori principali coinvolti, il capo e il collaboratore. Cambiamenti che riguardano:

  • le relazioni tra capo e collaboratore;
  • la comunicazione con il team di appartenenza;
  • le competenze maggiormente sollecitate dallo smart working;
  • il passaggio da un coordinamento per compiti a una gestione attraverso la condivisione di obiettivi;
  • l’utilizzo efficace della comunicazione scritta, dei tools aziendali e degli strumenti di video presenza;
  • le abitudini consolidate rispetto alla propria postazione di lavoro in ufficio.

L’introduzione del remote working impatta su varie dimensioni dell’azienda:

  • Giuslavoristica, ovvero tutti quegli aspetti normativi che regolano il rapporto di lavoro nella nuova modalità agile.
  • Tecnologica, ovvero tutti quegli aspetti ITC funzionali a mettere nelle condizioni lo smart worker di essere efficace come in ufficio.
  • Architettonica, ovvero tutti quegli aspetti legati alla riorganizzazione degli spazzi in azienda (meno postazioni e più sale meeting).
  • Umana, ovvero tutti quegli aspetti legati all’impatto che lo smart working ha sul modo di lavorare delle persone, nelle competenze, nelle relazioni, nelle motivazioni.

L’aspetto umano, il più critico da risolvere

Proprio quest’ultima dimensione è quella che sistematicamente viene poco curata in azienda. Infatti, le imprese che avviano progetti di smart working sono attentissime a verificare che tutto sia coerente con le normative vigenti, che gli apparati tecnologici e gli applicativi aziendali siano facilmente fruibili per lo smart worker, che gli spazi siano ridotti e riorganizzati in modo più funzionale. Danno per scontato che il lavoratore, e anche i manager, in questo cambiamento importante se la cavino per conto loro.

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Questa incuranza (o speranza) è assolutamente mal riposta: ogni cambiamento genera naturali resistenze in una parte considerevole della popolazione aziendale. Se solo si torna indietro di qualche decennio all’introduzione dei computer e dell’informatica nelle aziende, non si possono non ricordare tutte le prolungate resistenze rispetto a questo cambiamento.

Il lavoro agile rappresenta un’evoluzione altrettanto importante e le aziende che la introdurranno curando anche il fattore umano hanno maggiori possibilità che si traduca in un concreto vantaggio competitivo.

Smart Work Ability Survey, lo strumento innovativo per le aziende

Noema HR, insieme al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale – CORIS dell’Università la Sapienza di Roma, ha strutturato un tool innovativo, dedicato a supportare le aziende nell’introduzione dello smart working nel proprio tessuto organizzativo.

Lo strumento ha l’obiettivo di predire le competenze che lo smart worker dovrà sviluppare per essere efficace nella futura  modalità di lavoro agile. Il tool è stato pensato per essere utilizzato prima dell’introduzione dello smart working, in modo da accompagnarne la più efficace implementazione.

Lo strumento ha l’obiettivo di predire
le competenze che lo smart worker
dovrà sviluppare per essere efficace.

Zoom: la Smart Work Ability Survey

Lo strumento consiste in un doppio questionario: il primo va compilato in autovalutazione dallo smart worker, mentre il secondo viene compilato in etero-valutazione da parte del manager. Dal matching dei risultati dei due questionari, emergono le competenze sviluppabili per consentire al futuro smart worker di essere quanto più efficace nelle proprie attività.

smart work ability

La Smart Work Ability Survey richiede a coloro che lo compilano, l’analisi e la valutazione di situazioni extra-lavorative che fanno emergere orientamenti comportamentali rispetto a dimensioni particolarmente significative per il lavoro agile. Queste dimensioni sono:

  • Auto-organizzazione
  • Senso di responsabilità
  • Proattività
  • Gestione dello stress
  • Orientamento al risultato

Questo tool, per la sua strutturazione e affidabilità scientifica, rappresenta un supporto concreto per le aziende, in un progetto sempre più strategico come l’introduzione del lavoro agile in azienda.

L’efficacia della Smart Work Ability Survey

L’output della Survey Smart Work Ability è un’analisi dettagliata dell’auto percezione del futuro smart worker e della valutazione del suo capo rispetto a dimensioni chiave nel lavoro agile:

  • SENSO DI RESPONSABILITA’
  • PROATTIVITA’
  • LOYALTY
  • COSTRUZIONE DELLE RELAZIONI
  • GESTIONE DELLO STRESS
  • CAPACITA’ DI AUTO-ORGANIZZARSI
  • ORIENTAMENTO AL RISULTATO
  • COMUNICAZIONE

L’efficacia dello strumento, ottenuta grazie alla partnership con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale – CORIS dell’Università la Sapienza di Roma, risiede nella struttura del questionario. Attraverso l’analisi di case strutturati, fa esprimere al candidato il proprio atteggiamento spontaneo rispetto alla dimensione di analisi, ottenendo così una previsione quanto più realistica dei punti di forza e delle aree da migliorare per quando inizierà nella nuova modalità lavorativa.

La Survey pone un focus fondamentale sul fattore umano e sulle dimensioni chiave nel successo della prestazione nei futuri smart worker. Nello specifico, consente di ottenere numerosi vantaggi:

  • ottenere una mappatura dettagliata dei punti di forza e delle aree di miglioramento dei futuri smart worker
  • costruire degli interventi formativi ad hoc per gli smart worker sulle esigenze emerse nella Survey
  • progettare interventi formativi per supportare i manager nell’adozione di comportamenti più efficaci
  • porre l’attenzione sulle possibili diverse percezioni tra capo e collaboratore su dimensioni chiave nel successo dello smart worker
  • supportare l’HR nella comprensione delle criticità di prestazione degli smart worker.

APPROFONDISCI QUI: la Survey SMART WORK ABILITY vista da vicino

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